Giardino di Pietra

Siamo orgogliosi di poter dire che il nostro Giardino di Pietra è stato il primo bed and breakfast della città di Ragusa:
mia madre ha “previsto il futuro”?
Per 16 anni Giuseppina, una simpatica signora, ha gestito il Giardino di Pietra con gentilezza, simpatia e attenzione alla persona. Dato che era assistente sociale e lavorava presso alcune scuole di Ragusa,
il Giardino di pietra era più che altro un secondo lavoro e quasi un hobby.

La Storia

Quattro camere, una sala colazione, una terrazza panoramica piene di gentilezza, accoglienza amichevole e buon gusto.
1. 2001 - L’inizio
Siamo orgogliosi di poter dire che il nostro Giardino di Pietra è stato il primo bed and breakfast della città di Ragusa: mia madre ha “previsto il futuro”? Per 16 anni Giuseppina, una simpatica signora, ha gestito il Giardino di Pietra con gentilezza, simpatia e attenzione alla persona. Dato che era assistente sociale e lavorava presso alcune scuole di Ragusa, il Giardino di pietra era più che altro un secondo lavoro e quasi un hobby.
2. 2015 - Cambio marcia
Io (Elena) e mio marito Simone ci siamo trasferiti a Ragusa dalla Toscana dove vivevamo per studio e per lavoro e abbiamo “mandato in vacanza la mamma”, che comunque ha sempre qualche consiglio da dare (che noi per la maggior parte ascoltiamo), abbiamo chiuso per un mese e ristrutturato, rimodernato e fatto nostro il progetto. Quale progetto? Ospitare i viaggiatori in questo palazzo, che è la casa di famiglia, con cura e discrezione, gentilezza e amicizia, comfort moderni in un ambiente storico. Se amate le cose belle, i dettagli antichi e l’eleganza semplice. Se vi piace chiacchierare e avere contatto con chi vi ospita, qui con noi sarete nel posto giusto. Vi offriamo delle belle camere da letto, calde e accoglienti, nessuno sfarzo superfluo e niente di eccessivamente moderno: un mix di mobili, soffitti e pavimenti antichi con bagni moderni e comodi letti; una terrazza con una bellissima vista e una colazione da leccarsi i baffi.
3. In cosa crediamo
Crediamo nella tradizione e nel rispetto delle cose antiche e che hanno una storia. Siamo una coppia affiatata nella vita privata e nel lavoro. Certo, a volte discutiamo, però siamo sempre pronti a trovare una soluzione insieme perché siamo una famiglia. Questo è il nostro forte ed è questo che i nostri ospiti percepiscono.
4. Perché Giardino di Pietra?
Dov’è il giardino? In effetti mia madre si è lasciata trasportare dalla poesia del nome e dal suo amore per i fiori. Il giardino c’è, ma è scolpito nelle pietre: colonne e mascheroni in pietra pece e calcare degli iblei risalenti al 1700 che raffigurano fiori e melograni, leoni, aquile, grifoni e cavalli.

Un' antica dimora

Racconta uno zio, che la casa fu costruita da Evangelista Ottaviano intorno alla fine del 1700. Evangelista era un commerciante che riuscì ad acquisire una considerevole ricchezza, per i suoi tempi. Possedeva dei bastimenti con cui commerciava prodotti agricoli, legnami e capi di bestiame. Per diverso tempo gestì anche la tonnara di Capo Passero dalla quale, al tramonto, partivano numerosi tiri di muli per esportare il pesce nei territori del siracusano e del ragusano. Inoltre a Chiaramonte, Evangelista possedeva una “neviera”, dalla quale si ricavava la neve e il ghiaccio per congelare le scorte alimentari. Si dice che fosse un uomo molto ricco, ma sfortunato in amore. Rimase vedovo dell’amata moglie dalla quale aveva avuto quattro bambine e un figlio maschio, Vincenzo, dal quale discende il ramo della nostra famiglia. Una volta vedovo, solo, con cinque figli da accudire, Evangelista si risposò. La nuova signora Ottaviano però non era molto attaccata alla famiglia e ai figliastri: dissuase Evangelista dal fare importanti affari che lo avrebbero arricchito molto e che però avrebbe ereditato il figlio Vincenzo, sperperò tanto e addirittura si racconta che, scoperto il nascondiglio in cui il marito nascondeva le monete d’oro, si ingegnò per rubarle. Fu così che ogni volta che i tiri di muli arrivavano dalle loro spedizioni commerciali e venivano alloggiati nelle stalle, lei dava un sonnifero al marito, andava al nascondiglio del tesoro, rubava delle monete e tramite delle scale segrete raggiungeva le stalle. Lì nascondeva l’oro in tasche cucite appositamente nella bardatura degli animali. L’indomani il commercio ricominciava, i muli ripartivano alla volta della città natale della donna dove i fratelli aspettavano il prezioso carico. Si dice che quando Evangelista morì, del suo tesoro fosse rimasto ben poco e Vincenzo dovette ricorrere al proprio ingegno e al proprio genio per gli affari…


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